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Description
Stelle e ricordi

C’è un momento specifico. Un istante intrappolato tra la sera e la notte in cui il cielo, persi i colori del tramonto, sfuma in un blu luminoso e intenso, ancora pregno della luce diurna. Un momento statico, immobile ma tanto flebile che è facile perderselo. Dopo tutto è questione di istanti e la vita scorre troppo in fretta per soffermarsi a guardare quel tetto che, cangiante, ci passa indifferente sulle teste. Lui non ci ascolta e, come bimbi impazienti, indispettiti da quella cosa troppo grande, presi da noi stessi, lo lasciamo passare. È giusto così ma, in quell’attimo, vi è qualcosa di meraviglioso che tra un battito di ciglia e l’altro inizia a comparire: le prime stelle. La sera appare sempre malinconica, piena di rimpianti si confonde con la mattina. Entrambe pesanti e tetre, ma pregne di quella naturale e terribile speranza che ci illude, o ci conforta, che tutto andrà per il meglio. Negli anni, il comparire delle stelle mi ha sempre di più provocato una stretta al cuore, un grido silenzioso che si confonde con i canti, i ritornelli, che mi ripeto per sopprimere i pensieri più angosciosi. Eppure, sebbene mi trascini pochi ricordi, so che non è sempre stato così. Ricordo ancora bene qualche istante di quel magico momento che, a testa in su, quando le vedevo comparire, mi rubava un sincero sorriso.

-Guarda! guarda! - dicevi gioiosa, con la voce allegra -La prima stella! Sai, è la più luminosa di tutte…- e io mi perdevo a osservarle, cullata da quella melodia che subito intonavi -Seconda stella a destra, quello è il cammino, e poi dritto… fino al mattino…- e, mentre andavamo via, io seguivo con gli occhi quella strada che mi tracciavi, sperando forse di poter fermare quell’istante e con te, davvero andarmene verso quell’isola persa tra le stelle. L’odore dell’asfalto e quel fastidioso odore di benzina che impregna l’aria dei distributori si unisce a quel ricordo, come quel luccicare magnetico, della pioggia appena passata, che rendeva la strada un divenire di gioiosi giochi di luci, complici i lampioni che andavano ad accendersi. Un bizzarro contrasto tra la pioggia e quel terreno che sentiva di non appartenergli. Forse mi eri venuta a prendere dalla palestra, non ricordo bene, ma quel canto dolce e quell’espressione soddisfatta, quasi fiera, che facevi sempre dopo essere riuscita a fare il pieno da sola, me li ricordo bene, o voglio illudermi di farlo.

Adesso, a volte, in quell’istante di tempo, tra i ritornelli, si fa strada quella melodia ma, appena me ne accorgo, le note si fanno amare e il vuoto pesa nel petto. Quelle piccole stelle luminose, flebili e bellissime di cui un tempo sapevo i nomi, paiono iniziare a fissarmi, accusarmi di qualcosa, schiacciarmi al suolo. Mi fanno male e non so bene perché. Chissà, forse, i ricordi sono come stelle, luminose e bellissime ma troppo lontane. Inafferrabili, non ci scaldano né illuminano la via; solamente, ci guardano dall’alto e, pregni di una luce che forse gli abbiamo donato noi, sono come quelle piccole gemme del cielo, preziosi ma inaccessibili. Vorrei che i ricordi smettessero di ferirmi l’animo ma, non posso fare a meno di cercare quell’istante nel cielo in cui compaiono, per rubarne quel dolce e silente istante di malinconica pace.

-Cosa guardi? - A quella domanda, posta con naturale distrazione, -Niente- è la risposta che mi scivola dalle labbra e, sebbene di circostanza, sorridendo mi accorgo che è il niente che effettivamente guardo. Le stelle si sono fermate in cielo, la notte è calata e io non le sto neppure osservando. Il passato è come un flebile raggio di niente, una goccia di luce, invisibile o appena appena accennata. Come il soggiungere della sera, si perde, è questione di istanti ed è tanto facile perderla. Dopo tutto la vita scorre troppo in fretta per soffermarsi a guardarla…
-Forse un giorno…- mi illudo, -Forse un giorno rischiariranno un po' il mio animo-.

Con questa pagina si conclude la piccola serie di disegni. Ho provato a illustrare un idea e scriverla, spero vi piaccia.

(translation)

Stars and memories

There is a specific moment. A moment trapped between evening and night when the sky, lost its sunset colors, fades to a bright, deep blue, still imbued with daylight. A static moment, still but so feeble that it is easy to miss. After all, it is a matter of moments and life goes by too fast to pause and look at that rooftop that, iridescent, passes indifferently over our heads. He does not listen to us and, like impatient children, unfazed by that too-big thing, caught up in ourselves, we let it pass by. It is just so but, in that moment, there is something wonderful that between blinks begins to appear: the first stars. The evening always appears melancholy, full of regret mingles with the morning. Both heavy and gloomy, but filled with that natural and terrible hope that deludes us, or comforts us, that everything will be all right. Over the years, the appearance of the stars has increasingly caused my heart to clench, a silent cry that mingles with the chants, the refrains, that I repeat to myself to suppress the most anguished thoughts. Yet though I drag few memories, I know it was not always so. I still remember well a few moments of that magical moment that, head over heels, when I saw them appear, I would steal a sincere smile.

-Look! Look! - you would say joyfully, in your cheerful voice -The first star! You know, it's the brightest of them all...-and I would get lost watching them, lulled by that melody that you immediately intoned -Second star to the right, that's the way, and then straight on...until morning...-and, as we left, I would follow with my eyes that road you were tracing for me, hoping perhaps to be able to stop that moment and with you, really leave for that island lost among the stars. The smell of asphalt and that annoying smell of gasoline impregnating the air of the gas stations joined that memory, like that magnetic shimmering, of the rain that had just passed, which made the road a becoming of joyful play of lights, accomplices of the street lamps that went to light. A bizarre contrast between the rain and that ground that felt like it didn't belong. Maybe you'd picked me up from the gym, I don't really remember, but that sweet singing and that satisfied, almost proud expression you always made after you'd managed to fill up on your own, I remember them well, or I want to delude myself into thinking I do.

Now, sometimes, in that instant of time, between the refrains, that melody comes through but, as soon as I notice it, the notes turn bitter and the emptiness weighs heavy in my chest. Those bright, faint, beautiful little stars whose names I once knew, seem to start staring at me, accusing me of something, crushing me to the ground.They hurt and I'm not sure why.Who knows, perhaps, memories are like stars, bright and beautiful but too far away.Ungraspable, they do not warm us or light the way; only, they look down on us from above and, imbued with a light that perhaps we gave them, they are like those little gems in the sky, precious but inaccessible.I wish the memories would stop hurting my soul but, I cannot help but search for that instant in the sky where they appear, to steal that sweet and silent instant of melancholy peace.

-What are you looking at?
- To that question, posed with natural distraction, -Nothing- is the answer that slips from my lips and, though matter-of-fact, I smile and realize that it is the nothing that I am actually looking at.The stars have stopped in the sky, night has fallen, and I am not even watching them.The past is like a faint ray of nothingness, a drop of light, invisible or barely even hinted at.Like the sojourn of evening, it is lost, a matter of moments and it is so easy to lose it.After all, life goes by too fast to pause and look at it....
-Maybe someday...-I delude myself, -Maybe someday it will brighten my soul a little.

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Stelle e ricordi

C’è un momento specifico. Un istante intrappolato tra la sera e la notte in cui il cielo, persi i colori del tramonto, sfuma in un blu luminoso e intenso, ancora pregno della luce diurna. Un momento statico, immobile ma tanto flebile che è facile perderselo. Dopo tutto è questione di istanti e la vita scorre troppo in fretta per soffermarsi a guardare quel tetto che, cangiante, ci passa indifferente sulle teste. Lui non ci ascolta e, come bimbi impazienti, indispettiti da quella cosa troppo grande, presi da noi stessi, lo lasciamo passare. È giusto così ma, in quell’attimo, vi è qualcosa di meraviglioso che tra un battito di ciglia e l’altro inizia a comparire: le prime stelle. La sera appare sempre malinconica, piena di rimpianti si confonde con la mattina. Entrambe pesanti e tetre, ma pregne di quella naturale e terribile speranza che ci illude, o ci conforta, che tutto andrà per il meglio. Negli anni, il comparire delle stelle mi ha sempre di più provocato una stretta al cuore, un grido silenzioso che si confonde con i canti, i ritornelli, che mi ripeto per sopprimere i pensieri più angosciosi. Eppure, sebbene mi trascini pochi ricordi, so che non è sempre stato così. Ricordo ancora bene qualche istante di quel magico momento che, a testa in su, quando le vedevo comparire, mi rubava un sincero sorriso.

-Guarda! guarda! - dicevi gioiosa, con la voce allegra -La prima stella! Sai, è la più luminosa di tutte…- e io mi perdevo a osservarle, cullata da quella melodia che subito intonavi -Seconda stella a destra, quello è il cammino, e poi dritto… fino al mattino…- e, mentre andavamo via, io seguivo con gli occhi quella strada che mi tracciavi, sperando forse di poter fermare quell’istante e con te, davvero andarmene verso quell’isola persa tra le stelle. L’odore dell’asfalto e quel fastidioso odore di benzina che impregna l’aria dei distributori si unisce a quel ricordo, come quel luccicare magnetico, della pioggia appena passata, che rendeva la strada un divenire di gioiosi giochi di luci, complici i lampioni che andavano ad accendersi. Un bizzarro contrasto tra la pioggia e quel terreno che sentiva di non appartenergli. Forse mi eri venuta a prendere dalla palestra, non ricordo bene, ma quel canto dolce e quell’espressione soddisfatta, quasi fiera, che facevi sempre dopo essere riuscita a fare il pieno da sola, me li ricordo bene, o voglio illudermi di farlo.

Adesso, a volte, in quell’istante di tempo, tra i ritornelli, si fa strada quella melodia ma, appena me ne accorgo, le note si fanno amare e il vuoto pesa nel petto. Quelle piccole stelle luminose, flebili e bellissime di cui un tempo sapevo i nomi, paiono iniziare a fissarmi, accusarmi di qualcosa, schiacciarmi al suolo. Mi fanno male e non so bene perché. Chissà, forse, i ricordi sono come stelle, luminose e bellissime ma troppo lontane. Inafferrabili, non ci scaldano né illuminano la via; solamente, ci guardano dall’alto e, pregni di una luce che forse gli abbiamo donato noi, sono come quelle piccole gemme del cielo, preziosi ma inaccessibili. Vorrei che i ricordi smettessero di ferirmi l’animo ma, non posso fare a meno di cercare quell’istante nel cielo in cui compaiono, per rubarne quel dolce e silente istante di malinconica pace.

-Cosa guardi? - A quella domanda, posta con naturale distrazione, -Niente- è la risposta che mi scivola dalle labbra e, sebbene di circostanza, sorridendo mi accorgo che è il niente che effettivamente guardo. Le stelle si sono fermate in cielo, la notte è calata e io non le sto neppure osservando. Il passato è come un flebile raggio di niente, una goccia di luce, invisibile o appena appena accennata. Come il soggiungere della sera, si perde, è questione di istanti ed è tanto facile perderla. Dopo tutto la vita scorre troppo in fretta per soffermarsi a guardarla…
-Forse un giorno…- mi illudo, -Forse un giorno rischiariranno un po' il mio animo-.

Con questa pagina si conclude la piccola serie di disegni. Ho provato a illustrare un idea e scriverla, spero vi piaccia.

(translation)

Stars and memories

There is a specific moment. A moment trapped between evening and night when the sky, lost its sunset colors, fades to a bright, deep blue, still imbued with daylight. A static moment, still but so feeble that it is easy to miss. After all, it is a matter of moments and life goes by too fast to pause and look at that rooftop that, iridescent, passes indifferently over our heads. He does not listen to us and, like impatient children, unfazed by that too-big thing, caught up in ourselves, we let it pass by. It is just so but, in that moment, there is something wonderful that between blinks begins to appear: the first stars. The evening always appears melancholy, full of regret mingles with the morning. Both heavy and gloomy, but filled with that natural and terrible hope that deludes us, or comforts us, that everything will be all right. Over the years, the appearance of the stars has increasingly caused my heart to clench, a silent cry that mingles with the chants, the refrains, that I repeat to myself to suppress the most anguished thoughts. Yet though I drag few memories, I know it was not always so. I still remember well a few moments of that magical moment that, head over heels, when I saw them appear, I would steal a sincere smile.

-Look! Look! - you would say joyfully, in your cheerful voice -The first star! You know, it's the brightest of them all...-and I would get lost watching them, lulled by that melody that you immediately intoned -Second star to the right, that's the way, and then straight on...until morning...-and, as we left, I would follow with my eyes that road you were tracing for me, hoping perhaps to be able to stop that moment and with you, really leave for that island lost among the stars. The smell of asphalt and that annoying smell of gasoline impregnating the air of the gas stations joined that memory, like that magnetic shimmering, of the rain that had just passed, which made the road a becoming of joyful play of lights, accomplices of the street lamps that went to light. A bizarre contrast between the rain and that ground that felt like it didn't belong. Maybe you'd picked me up from the gym, I don't really remember, but that sweet singing and that satisfied, almost proud expression you always made after you'd managed to fill up on your own, I remember them well, or I want to delude myself into thinking I do.

Now, sometimes, in that instant of time, between the refrains, that melody comes through but, as soon as I notice it, the notes turn bitter and the emptiness weighs heavy in my chest. Those bright, faint, beautiful little stars whose names I once knew, seem to start staring at me, accusing me of something, crushing me to the ground.They hurt and I'm not sure why.Who knows, perhaps, memories are like stars, bright and beautiful but too far away.Ungraspable, they do not warm us or light the way; only, they look down on us from above and, imbued with a light that perhaps we gave them, they are like those little gems in the sky, precious but inaccessible.I wish the memories would stop hurting my soul but, I cannot help but search for that instant in the sky where they appear, to steal that sweet and silent instant of melancholy peace.

-What are you looking at?
- To that question, posed with natural distraction, -Nothing- is the answer that slips from my lips and, though matter-of-fact, I smile and realize that it is the nothing that I am actually looking at.The stars have stopped in the sky, night has fallen, and I am not even watching them.The past is like a faint ray of nothingness, a drop of light, invisible or barely even hinted at.Like the sojourn of evening, it is lost, a matter of moments and it is so easy to lose it.After all, life goes by too fast to pause and look at it....
-Maybe someday...-I delude myself, -Maybe someday it will brighten my soul a little.