Iannox [2006-01-03 15:45:58 +0000 UTC]
FAVOLA
"per l’Arte di Christian,
grande Amico di sincerità
che con la sua Opera
questa poesia m’ha ispirato"
Una favola racconta d’un unicorno
che andò incontro a una vergine
per trovare la morte nel suo grembo
Io non ho favole, ho un pugno di sole
e uno di pioggia quando va bene
E tutto il resto che viene in più
è un amore che non m’appartiene
Passo il mio tempo con un amico
che è una gran puttanazza
per sua stessa ammissione
E tutt’e due quando cala la sera
ci centelliniamo il rosso nel bicchiere
Poi bestemmiamo per scherzo
su questo e su quello ma senza darci peso
Perché, in fondo in fondo, cinici siamo
allo stesso modo, e non ci aspettiamo nulla
dal prossimo né dai giorni che ancora insieme
Lui ama gli stivali d’inverno e di primavera
E io pure, così non mancano le occasioni
per scambiarci i passi e i rutti nella notte
Qualche volta giochiamo a carte
cercando il quinto asso annegato nel mazzo
Ma è un gioco che dura poco da un po’
di tempo a questa parte; ormai lo sappiamo
che è una distrazione inventata dalla noia
che ci portiamo da troppo dentro alle budella
Non crediamo in niente, in niente di niente
Solo ci sfoghiamo in lacrime di siccità
Solo ci svegliamo col vino e ‘na botta e via
Non crediamo in niente, in niente di niente
E tutt’e due quando cala la sera
ci spariamo prima che sia il solito cliente
a farci fuori – fra le gambe ci dissanguiamo
Fra le gambe, fra le gambe ci distinguiamo
Però siamo ben più che fratelli
E tutto il resto che viene in più
sono battute che non ci appartengono
Non c’è altro, non c’è altro, non c’è
per te che vieni a bussare a tarda sera
alla nostra porta con gli occhi di sonno
e la mano al coltello legata,
come una geisha da sempre innamorata
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