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Description
E' giorno.
Mi sveglio, ho pianto di nuovo. Non ce la faccio più.
Non dipende dal fatto che non sono riuscito a partire in questi giorni.
Non dipende dal fatto di aver fallito con l'università.
Non dipende dal fatto di aver deluso tante persone.
Non dipende dal fatto che ormai vivo ogni giorno con un solo scopo, l'attesa di Lei.
Dipende dal fatto che questa attesa mi fa male.
Fa male perchè sono consapevole che tutto quello che farò sarà inutile.
Lei non tornerà più.
Lei non c'è, proprio ora che ne ho più bisogno, lei è lontana.
Ma in fondo, lo è sempre stata.
Vado in salotto, mia madre sta pregando.
Bevo il caffè e prendo le medicine.
La donna vicino a me finisce di pregare e mi guarda, non mi saluta nemmeno.
Inizia a parlare di qualcosa riguardo il un ufficio del comune e di un concorso.
Smetto di ascoltarla nel momento in cui ingerisco le pillole, la guardo, sbuffo e me ne vado.
Inizia a urlare, a dirmi cose che non mi interessano.
La guardo.
Mi disgusta.
Non l'ho mai sopportata e non la sopporto nemmeno ora.
Non ci siamo mai capiti e mai ci riusciremo.
Penso a Lei, la mia Lei che è lontana.
A volte mi sento come se stessi vivendo un capitolo de "Il Tempo che Vorrei" di Fabio Volo.
Però non riesco a non pensarle.
Le ho detto di non sentirci finchè non fosse tornata. Ho Sbagliato.
Perchè questo sò che ci ha allontanati ancora di più ed è tutta colpa mia.
Lei, Lei, Lei, Lei, Lei, Lei.
Non riesco nemmeno a pronunciare il Suo nome senza mettermi a piangere.
Alessandra.
La mia gioia.
Il mio dolore.
La mia pena.
La mia vita.
Sento il Suo profumo nell'aria. Lo sento sempre.
Sento la sua risata nella mia testa. La risata di un angelo.
Lei è il mio angelo.
Lei mi ha regalato la vita e mi ha insegnato ad apprezzarla.
Lei.
Lei è il mio universo, il mio cielo e la mia aria.
Lei ha il mio cuore, e non ho intenzione di riprenderlo.
Ormai è Suo, sta a lei decidere cosa farne.
Lei...

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E' giorno.
Mi sveglio, ho pianto di nuovo. Non ce la faccio più.
Non dipende dal fatto che non sono riuscito a partire in questi giorni.
Non dipende dal fatto di aver fallito con l'università.
Non dipende dal fatto di aver deluso tante persone.
Non dipende dal fatto che ormai vivo ogni giorno con un solo scopo, l'attesa di Lei.
Dipende dal fatto che questa attesa mi fa male.
Fa male perchè sono consapevole che tutto quello che farò sarà inutile.
Lei non tornerà più.
Lei non c'è, proprio ora che ne ho più bisogno, lei è lontana.
Ma in fondo, lo è sempre stata.
Vado in salotto, mia madre sta pregando.
Bevo il caffè e prendo le medicine.
La donna vicino a me finisce di pregare e mi guarda, non mi saluta nemmeno.
Inizia a parlare di qualcosa riguardo il un ufficio del comune e di un concorso.
Smetto di ascoltarla nel momento in cui ingerisco le pillole, la guardo, sbuffo e me ne vado.
Inizia a urlare, a dirmi cose che non mi interessano.
La guardo.
Mi disgusta.
Non l'ho mai sopportata e non la sopporto nemmeno ora.
Non ci siamo mai capiti e mai ci riusciremo.
Penso a Lei, la mia Lei che è lontana.
A volte mi sento come se stessi vivendo un capitolo de "Il Tempo che Vorrei" di Fabio Volo.
Però non riesco a non pensarle.
Le ho detto di non sentirci finchè non fosse tornata. Ho Sbagliato.
Perchè questo sò che ci ha allontanati ancora di più ed è tutta colpa mia.
Lei, Lei, Lei, Lei, Lei, Lei.
Non riesco nemmeno a pronunciare il Suo nome senza mettermi a piangere.
Alessandra.
La mia gioia.
Il mio dolore.
La mia pena.
La mia vita.
Sento il Suo profumo nell'aria. Lo sento sempre.
Sento la sua risata nella mia testa. La risata di un angelo.
Lei è il mio angelo.
Lei mi ha regalato la vita e mi ha insegnato ad apprezzarla.
Lei.
Lei è il mio universo, il mio cielo e la mia aria.
Lei ha il mio cuore, e non ho intenzione di riprenderlo.
Ormai è Suo, sta a lei decidere cosa farne.
Lei...